Oggi dedicheremo un po’ di spazio e tempo al periodo greco in Sicilia. Sull’isola si trovano ancora molti resti di magnifici templi costruiti, ricordi d’oro di un passato greco. Alcuni siti archeologici sono ancora visitabili. Tururi vi consiglia tre tappe!
Valle dei Templi di Agrigento
Ad Agrigento si trovano i siti archeologici più importanti della Sicilia: la Valle dei Templi. I templi facevano un tempo parte della città greca di Akragas, “la più bella città dei mortali”, dice lo scrittore Pindaro. Oggi la Valle dei Templi fa parte del patrimonio mondiale dell’Unesco, e consigliamo di vederla almeno una volta nella vita!
Particolarmente notevole è il Tempio di Ercole, il più antico e il secondo più grande della Valle dei Templi. Si dice che questo tempio sia stato grande come il Partenone, l’Acropoli di Atene. Il tempio era originariamente di 38 colonne, ma ne sono rimaste solo nove. Visitate anche il Tempio della Concordia e il Tempio di Giunone Lacinia, dedicato a Giunone, la dea del matrimonio e la gravidanza.
Sul lato ovest della Valle dei Templi si trovano i resti del Tempio di Zeus, dedicato al dio greco. Il tempio era alto più di trenta metri e le colonne erano lunghe cinque metri e larghe tanto quanto un cerchio formato da venti persone intorno ad esso. Inoltre nel cuore della Valle si estende una vasta area verde nota come il Giardino della Kolymbethra, un bellissimo giardino pieno di limoni, aranci, ulivi e le tipiche specie della macchia mediterranea.
A chi è interessato ai particolari reperti archeologici intorno ai templi si consiglia di visitare anche il Museo Archeologico Regionale.
Il tempio di Hera a Selinunte
Selinunte si trova nel sud-ovest della Sicilia, un tempo una delle più importanti colonie greche dell’isola. Godetevi una passeggiata tra i numerosi templi, tra cui il Tempio di Hera, il meglio conservato e in parte ricostruito tra il 1956 e il 1959. Lungo il vostro cammino passerete attraverso un giardino dove troverete numerosi sarcofagi, vasi e anfore. Potete anche visitare La Casa del Viaggiatore con il Museo Antiquario, contenenti numerosi reperti archeologici.
Un suggerimento: una decina di chilometri a nordovest da Selinunte si trovano le cave di Cusa, le prime fornitrici di materiale per i templi della città. La pietra, un tufo compatto e resistente venne estratta per più di 150 anni, a partire dalla prima metà del VI sec. a.C., per poi interrompersi a causa della guerra tra Selinunte e i Cartaginesi, con la conseguente distruzione della città e l’abbandono delle cave. E’ questa una delle caratteristiche peculiari del luogo dove giacciono ancora, metà scavati, gli enormi massi di pietra destinati ai templi.
Tempio di Segesta e teatro greco
Questo imponente tempio sarebbe stato costruito dai greci fuggiti da Troia e la prima pietra fu posta nel XII secolo a.C.. Non sappiamo esattamente quanto tempo ci misero a costruirlo ma sembrerebbe un’opera incompleta.
Si dice anche che il tempio non sia mai stato pensato come un santuario, ma costruito solo come un modo per rafforzare l’alleanza con Atene. Durante la guerra contro Selinunte, tuttavia, Segesta si dovette accontentare dell’aiuto di Cartagine la quale intervenne distruggendo Selinunte, affermando così il dominio cartaginese. I lavori del tempio, interrotti durante la guerra, non furono più ripresi perché la costruzione di un edificio tipicamente greco in un periodo di dominazione punica non avrebbe avuto più nessun significato propagandistico. Per altri studiosi invece, si tratta di un tempio voluto con queste caratteristiche dalla popolazione non greca che abitava a Segesta e che, all’interno di esso, praticava i propri riti non greci.
Da visitare non lontano dal tempio è l’antico teatro romano di Segesta. Con 63 metri di diametro e una ventina di gradinate scavate nella roccia, è uno dei più bei teatri dell’antichità, con una capienza di 3200 spettatori. Il teatro è stato costruito nel III secolo a.C., in periodo ellenistico ma sotto la dominazione romana.
Oggi in questa splendida “conchiglia sospesa nel vuoto” si organizzano spettacoli classici e le suggestive albe segestane, recital di poesie che alle cinque del mattino richiamano un folto stuolo di amatori desiderosi di assistere al misterioso spettacolo del sole nascente.